Il blog byoblu.com (con il quale ho il piacere di collaborare) ha recentemente pubblicato un video in cui si sostiene che il "costo della vita" in Germania è inferiore a quello italiano, mentre gli stipendi sono di gran di lunga superiori. Sembra così avallata la tesi che vede nella nazione tedesca il modello da seguire per superare la crisi economica che ci affligge.
Abbiamo già parlato di quanto sia falsa l'idea che in Germania si guadagni il doppio rispetto all'Italia.
I contenuti di questo filmato ci offrono ulteriori spunti per sfatare ulteriormente quelli che, in realtà, non sono altro che luoghi comuni, spesso usati per mascherare le reali ragioni della crisi.
Dunque, il video mostra come molti beni di consumo vengano venduti a prezzi inferiori rispetto a quelli praticati in Italia. Probabilmente questo è vero, anche se magari non è così dappertutto. Certamente potremmo trovare supermercati italiani dove molta merce risulta più a buon mercato rispetto a negozi tedeschi.
Ma non è questo il punto. Ciò che conta è che in Germania i prezzi crescono meno che da noi. Su questo non ci piove. Noi, critici dell'euro, non facciamo quasi altro che sottolineare questo fatto, perché è su questo che si è costruita la maggior competitività della Germania rispetto a noi (che è il motivo per cui siamo in crisi, dato che avendo lo loro stessa moneta, non possiamo difenderci svalutando).
La questione centrale diventa quindi quella di capire come ha fatto la Germania a far crescere meno i suoi prezzi. Lo ha fatto contenendo i salari e comprimendo, così, la domanda interna (una bassa domanda interna frena l'aumento dei prezzi).
E qui casca l'asino. Il video infatti afferma il contrario: si parla dello stipendio della cassiera del supermercato (1800 euro, che non è certo alto se è lordo, ed anzi è davvero basso se la signora ha una alta anzianità di servizio), degli stipendi medi (che sono effettivamente alti), e del premio di produzione della Volkswagen.
Il fatto è che se guardiamo agli stipendi degli operai specializzati, dei lavoratori assunti magari 20 anni fa (quindi con lunga anzianità e garanzie contrattuali), probabilmente troveremo che molti di essi stanno meglio dei corrispettivi italiani.
I LORO salari alzano la media totale.
Ma questi lavoratori non rappresentano che una parte del mondo salariato tedesco. E, prevalentemente, non è su di loro che si è scagliata la mannaia delle tanto decantate (dalla UE) riforme del lavoro introdotte in Germania.
E' sui giovani, che cercano per la prima volta un lavoro, oppure sui meno giovani che lo perdono, che si concentra l'aggressione ai diritti e ai salari. E' soprattutto grazie a loro che la Germania vanta la più alta quota di lavoratori a basso reddito di tutta l'Europa occidentale (il 22.2%).
Ecco perché, nonostante sia vero che esistano lavoratori tedeschi con alti stipendi, è del tutto corretto sostenere che la Germania abbia aumentato la propria competitività mantenendo bassa l'inflazione grazie al contenimento delle retribuzioni.
Chi dovesse avere ancora dubbi, ma non avesse voglia di leggersi la documentazione che abbiamo pubblicato, si fidi almeno delle parole del commissario UE agli affari sociali (la Germania ha tenuto i salari troppo bassi rispetto al resto d'Europa) e di quelle di Roland Berger, "superconsulente" di Angela Merkel (sono i sacrifici dei lavoratori tedeschi ad aver permesso di abbassare i costi dei prodotti tedeschi e guadagnare competitività).
Il Mainstream.blogspot
Area de-eurizzata per un' analisi critica sulla situazione economico politica italiana. Questo blog è chiaramente orientato, l'uscita dall' unione monetaria è condizione essenziale affinchè l'economia e la società italiana ripartano da più solide basi democratiche. In questo senso ci proponiamo di offrirvi una panoramica di contributi che non compaiono sui media mainstream ma che portino autorevoli e documentati argomenti a favore dello sganciamento dell' Italia dall' €uro.
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