mercoledì 3 aprile 2013

Euro crisi - Una epidemia inarrestabile

Come ampiamente previsto, gli squilibri economici "tollerati" per dieci anni , quegli squilibri che hanno condannato alcuni paesi ad indebitarsi per forti passivi della bilancia dei pagamenti, che hanno portato altri ad indebitarsi in maniera scriteriata altri ancora ad essere costantemente in surplus ed aver prestato quei capitali in maniera assolutamente idiota, oggi arrivano al redde rationem, i nodi giungono al pettine e dopo Spagna, Portogallo, Grecia, Irlanda, Italia e Cipro, altri paesi, alcuni insospettabili si aggiungeranno presto alla lista, Malta è in dirittura d' arrivo, Slovenia e Olanda sono già in gravissima situazione economico/finanziaria e attenzione alla Francia.
Quanto ancora ci vorrà perchè si capisca che c'è una sola via di salvezza per l' Europa ? Seppellire quel mostro economico che va sotto il nome di euro e tornare ad un sistema di valute nazionali con cambi flessibili che consentano ad ogni paese di rispondere in maniera più dinamica ai momenti di crisi, grazie alla combinazione tra politica fiscale e politica monetaria.

Quelli che seguono sono alcuni contributi sulla situazione slovena ed olandese:



Effetti Collaterali Della Stupidità Europea: Il Sistema Bancario Sloveno, da Crisi a Collasso.

Molti italiani hanno conti correnti e attività in Slovenia, l’Italia peraltro ha un sistema bancario molto interconnesso con quel paese l’esposizione delle banche italiane con la Slovenia è di 7,6mld di euro contro gli 1,3mld di Cipro. Quindi la Slovenia conta eccome.

Accade che la Slovenia l’anno scorso ha subito un calo del PIL del 2,3% e quest’anno si prevede (per ora) un’altra contrazione del 2%. Pure la situazione politica Slovena è instabile, il precedente governo (di centro-destra) è caduto e se ne è formato uno nuovo di centro-sinistra.

Ma il problema immediato sono le banche, soprattutto le due banche pubbliche del paese che in questi anni hanno concesso prestiti a pioggia (e con istruttorie dubbie) e ora si ritrovano con sofferenze enormi pari al 20% degli attivi (la media del sistema bancario Sloveno è 14%). 

Schema Cipro (in piccolo)

Si ripropone anche in Slovenia lo schema Cipro, con un paio di banche sistemiche (e pubbliche) con attivi più grandi del PIL Sloveno. Questa volta però le perdite bancarie si riferiscono principalmente all’economia interna del paese e non a cattivi investimenti fatti all’estero.

Alla Slovenia necessitano, anzi necessitavano, dai 3 ai 4 mld di aiuti europei, una cifra tutto sommato ragionevole per un economia che ha un PIL di 36mld ma in queste ultime 2 settimane si sta scatenando l’inferno

Dopo Cipro, lascereste i vostri soldi in uno stato con le banche pericolanti?

All’indomani della decisione dell’eurogruoppo di usare i soldi dei correntisti per salvare le banche, in Slovenia si è scatenato l’inferno con capitali in fuga dal paese. Flussi che aumentano a dismisura la crisi bancaria slovena e la necessità di un rapido intervento. I rendimenti sui titoli di stato sloveni sono schizzati verso l’alto (immagine presa da ZH):




anche perchè l’attuale governo si sta mostrando molto duro nel non volere assolutamente chiedere alcun aiuto alla Troika e accettarne le condizioni.

In altre parole dopo Cipro toccherà alla Slovenia ele implicazioni per il sistema bancario italiano (e per i cittadini itliaini con attività in Slovenia) non sono banali.

p.s. qualche giornalista può chiedere al nostro Grilli cosa aveva in testa quando ha votato le risoluzione dell’Eurogruppo su Cipro?



Dopo Cipro, Slovenia in bilico

Entrato nell’euro nel 2007, potrebbe essere il quarto Paese a chiedere aiuto a Ue e Fmi. Il sistema bancario è affondato dai crediti inesigibili, sarebbero necessari almeno 4 miliardi.

Le banche a Cipro fanno appena in tempo a riaprire i battenti che già in Europa si profila un’altra area di crisi finanziaria. In difficoltà c’è il sistema bancario sloveno, soffocato da almeno 7 miliardi di “crediti tossici” e inesigibili.
La promessa del governo di Lubiana, appena entrato in carica, di continuare ad implementare con rigore le misure di austerità da poco varate non è riuscita a frenare il rialzo dei rendimenti delle obbligazioni del Paese a livelli record. 

Entrata a far parte dell’euro neppure sei anni fa, nel 2007, la Slovenia ha iniziato ad avere problemi con le banche locali già nel 2009, dopo una rapidissima espansione del suo sistema creditizio. 
Con la crisi del debito nell’eurozona le banche del Paese si sono trovate in difficoltà, tanto che a oggi i maggiori istituti sono alle prese con crediti inesigibili che equivalgono a un quinto del Pil nazionale.
Si stima inoltre che le banche e le imprese slovene abbiano bisogno di almeno 4 miliardi di euro di finanziamenti per rimanere solventi.

Per ora le autorità slovene insistono che non c'è rischio di bailout, ma la tensione è tangibile e anche i costi per proteggere i detentori di bond nazionali dal rischio di bancarotta, i cosiddetti credit default swap, sono saliti di mezzo punto percentuale in poche ore.


Olanda, in crisi tra rischio bolla immobiliare e debiti enormi

Anche il paese noto per il rigore e l'austerity, è piombato nella crisi. Consumi fermi, mercato del lavoro ingessato, banche affossate. Le famiglie olandesi nel 2012 sono più indebitate di quelle spagnole nel 2011.

ROMA (WSI) - L'Olanda si è schierata al fianco della Gran Bretagna contro la proposta di una rettifica da 11,2 miliardi di euro per il bilancio Ue 2013. La posizione del ministro delle Finanze,Jeroen Dijsselbloem, nonché attuale presidente dell'Eurogruppo, con cui ha rivendicato più rigore e più risparmi nel bilancio Ue, dichiarandosi a favore della costituzione di un blocco di Stati europei contrari all'aumento del bilancio, stride non poco se si guarda il bilancio di uno Stato, il suo, che sta andando alla deriva. 

Anche il quotidiano tedesco, l'autorevole Spiegel , ha segnalato che quell'economia una volta esemplare adesso è in balia di debiti enormi e dello scoppio di una vera e propria bolla immobiliare, che ha bloccato la crescita e il mercato del lavoro.

La lettura delle statistiche non lascia spazio ad altre interpretazioni alternative: nessuna nazione della zona euro è in una situazione debitoria, come quella dei Paesi Bassi, in cui le banche sono affossate dai mutui. Mentre i debiti delle famiglie sono arrivati a pesare per circa il 250% sul reddito disponibile. Un dato è emblematico per fotografare questa situazione: nel 2011 gli spagnoli erano fortemente indebitati ma solo al 125% a fronte di una disoccupazione in aumento, di consumi risicati e di una crescita a punto morto.




Il problema dell'Olanda è che, nonostante i suoi proclami sulla necessità di conservare il dogma fiscale dell'austerity, anche lì la situazione è delicata. Neanche il suo debito pubblico è in grado di rispettare i parametri stabili dal Trattato di Maastricht.

Alcuni economisti notano come gli olandesi siano stati a lungo tra i risparmiatori europei più diligenti, ma adesso l'incantesimo si è rotto. La nazionalizzazione della quarta banca olandese, la SNS Bank, per un esborso pari a 3,7 miliardi di euro nel mese di febbraio ha mandato in frantumi le belle speranze. Come anticipato sempre dal Spiegel "non c'è fine alla crisi in vista."

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